Le ricorrenze portano inevitabilmente ai ricordi belli e brutti, ma più spesso belli. Ricordi d’infanzia che si sentono meno lontani grazie a un sapore, un odore a noi familiari. Oggi martedì grasso, vorrei condividere le prime ricette piemontesi ritrovate in un libro di tradizione e come ogni buon vecchio ricettario non proprio preciso ma pieno di storia. Ovviamente, non potevo non darne una mia versione con qualche piccolo accorgimento…
Ma iniziamo con la tradizione...
Fricieuj ëd pom
Pié e tajé a fëtte rotonde 7 o 8 pom (gavandie ‘l tross).
Buteje ant un grilèt e verseje doutè cuciat ëd sùcher ( e na stissa ‘d rum). Quateje. Pronté, dop n’oretta, na papëtta con doi euv e ‘d farin-ache a-i ciuciada bin, rangià da tant lait vaire a basta për na bela pasta mòla. Ansucrela ‘n poch. Pijé a un-a a un-a le fëttin-e ‘d pom e passaje ant la papëtta e campeje a friciolé ant l’euli bujent. Scoleje, lasseje suvé e ansucreje.
Frittelle di mele
Pelate e tagliate a fette rotonde sette o otto mele (levando il torsolo).
Mettetele in una terrina con due o tre cucchiai di zucchero e un po’ di rum. Copritele e lasciatele riposare per circa un’ora. Dopo preparate una pappetta con due uova, della farina e latte quanto basta per ottenere una pasta molle. Zuccheratela un pochino. Prendete una ad una le fette di mele, passatele nella pappetta e fatele friggere in una pentola piena di olio bollente. Scolatele e inzuccheratele.
Fricieuj al marsala
Ampasté euv sbatù, sùcher, marsala, farin-a bianca e ‘n po’ d’eva e na frisa ‘d liévit e na ponta ‘d sal.gionteje d’uva pàssola, na pleuja ‘d limon e dë Spluve’d pom. Fé friciolé a fëttin-e ant l’euli bujent. Servije con na vesta ‘d sùcher.
Frittelle al marsala
Impastate uova, zucchero, marsala, farina bianca,, un po’ d’acqua, un po’ di lievito, e una punta di sale.
Aggiungete dell’uva passa, una buccia di limone qualche pezzo di mela. Fate friggere a fettine nell’olio bollente e servite spolverando con dello zucchero.
(cfr. “Ricettario di cucina piemontese” di Camillo Brero)
L’oggi
Per me bambina, Carnevale significava scelta del costume (il primissimo costume fu quello da cinesina 🙂 ) e tante frittelle di mele!
La me stessa adulta però ha fatto qualche modifica. Come potete vedere dalla foto, le mie frittelle sono ben colorite. Ma come? Le hai bruciate? Non proprio, l’effetto è reso grazie all’uso dello zucchero di canna moscovado al posto dello zucchero normale… E poi s’, lo ammetto, le ho cotte qualche minuto in più! Io non amo particolarmente friggere, ma non potevo rinunciare alle frittelle di mele.
Beh, la tradizione è importante ma questo non toglie guardarsi intorno. In effetti il latte nella pastella, a mio parere, rende la frittura molle. L’ideale, in particolare nelle frittelle con mele a fette, è la tempura giapponese: una pastella realizzata con farina, uova e acqua gasata molto fredda. Risulterà croccantissima! Per fortuna, in questo caso non sono necessarie quantità precise degli ingredienti. In altri casi? Eh, mi presterò a sperimentare le ricette per voi! Cucinare e assaggiare è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur… mangiare. O farlo? Non ricordo con esattezza 🙂
Irene
Hai visto le mie? Io metto il vino bianco nella pastella!!
Ciao Ale! Sì ho visto le tue e ne avrei voluta subito una 🙂 Io a volte faccio la pastella anche con la birra, solitamente comunque non uso il latte per il motivo spiegato nel post.
A presto 🙂