“Una bevanda molto in uso, che giova a stuzzicar l’appetito e non brucia le viscere come i liquori spiritosi…” così, già nel 1869, lo scrittore Pietro Baricco descriveva il Vermouth nel suo libro Torino descritta. Oggi, quella stessa bevanda trova un nuovo spazio simbolico all’interno dell’Orto Botanico dell’Università di Torino grazie al progetto “Percorso del Vermouth”, un’iniziativa che unisce scienza, tradizione e cultura, in collaborazione con Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore e partner ufficiale del progetto.
Il nuovo percorso, inaugurato il 13 giugno e aperto al pubblico, guida i visitatori alla scoperta delle specie botaniche utilizzate per la preparazione del Vermouth, all’interno di uno dei luoghi più affascinanti della città: l’Orto Botanico del Parco del Valentino, attivo dal 1729. Il visitatore è invitato a esplorare un vero e proprio mosaico vegetale in cui assenzio, maggiorana, sambuco, origano, rabarbaro e ginepro raccontano – attraverso profumi e colori – la storia di una bevanda che ha segnato profondamente l’identità culturale di Torino.
Il progetto nasce da un’idea di Fulvio Piccinino, tra i massimi esperti italiani di liquoristica storica, e si è concretizzato grazie al lavoro di Loic Maurice Mingozzi, responsabile tecnico dell’Orto, e del liquorista Michele Marzella.
Alle origini del Vermouth

Il Vermouth non è solo una bevanda: è un patrimonio di saperi millenari. Già in epoca greco-romana i vini aromatizzati erano apprezzati per le loro proprietà curative. Aristotele e Plinio il Vecchio ne decantavano le virtù, mentre Apicio, celebre gastronomo romano, tramandava ricette come il conditum paradoxum. Nel Medioevo, con la diffusione delle spezie, si arricchirono le formule di aromatizzazione. Il “vino ippocratico” – dal nome del celebre medico greco Ippocrate – veniva filtrato attraverso le famose “maniche di Ippocrate” per estrarne aromi e principi attivi.
Fu però a Torino, nel 1786, che il Vermouth come lo conosciamo oggi vide la luce, grazie ad Antonio Benedetto Carpano. Lavorava in una bottega all’angolo tra piazza Castello e via Viotti, dove ideò una miscela a base di vino bianco, erbe e spezie che incontrò immediatamente il gusto dell’aristocrazia torinese. Da allora, il Vermouth divenne sinonimo di aperitivo e rito sociale. Nasceva anche il “punt e mes”, tanto caro agli agenti di borsa torinesi.
Nel XIX secolo, Torino divenne capitale del Vermouth. Case storiche come Carpano, Martini & Rossi, Cinzano e Gancia diffusero in tutto il mondo un prodotto che, da semplice vino aromatizzato, divenne simbolo di eleganza e sapienza erboristica piemontese.
Canone Occidentale: il Vermouth che parla torinese
In questa tradizione affonda le radici Canone Occidentale, nuovo Vermouth di Torino Superiore, che sostiene il Percorso del Vermouth come atto d’amore verso la propria terra. Prodotto esclusivamente con vino e botaniche piemontesi, Canone Occidentale propone tre varianti che raccontano tre anime della città:
- Il Rosso, ispirato a Porta Palazzo, a base di Langhe DOC Dolcetto;
- Il Bianco, dedicato a Piazza delle Erbe, con vino Piemonte DOC Cortese;
- L’Extra Dry, pensato per il Parco del Valentino, con note più secche e complesse.
Con una filiera cortissima e una lavorazione rigorosa, Canone Occidentale esprime la massima attenzione alla qualità e al territorio. Un Vermouth autentico, contemporaneo, perfetto sia per un aperitivo tradizionale che per la mixology più creativa.
Un’identità da tutelare
Il Vermouth è oggi riconosciuto con l’Indicazione Geografica “Vermouth di Torino”, istituita con decreto ministeriale nel 2017, e sostenuta dall’Istituto del Vermouth di Torino. Il disciplinare stabilisce che debba essere prodotto in Piemonte con Artemisia e altre erbe aromatiche, con una gradazione tra i 16% e i 22% vol., e prevede le varianti Dolce, Secco e Extra Secco a seconda del contenuto zuccherino.
Il “Percorso del Vermouth” all’Orto Botanico è dunque molto più di un’esposizione botanica: è un gesto di tutela della memoria, un invito a riscoprire la cultura del territorio attraverso l’olfatto, la storia e – perché no – un buon bicchiere.
Info e visite
Il percorso è aperto al pubblico negli orari di visita dell’Orto Botanico. Maggiori informazioni su: www.ortobotanico.unito.it