La Fregula (o come tutti dicono, fregola), tipica pasta sarda, è nata dagli scambi culturali con i Fenici, Punici e Cartaginesi o da un’invenzione originale delle donne del luogo?
In Sardegna si è soliti dire:”su bisontzu ponet su betzu a currere” – la necessità fa correre anche il vecchio -, come per dire che davanti ad una farina di semola ogni donna poteva sviluppare quella tecnica di preparazione, ma data la somiglianza della fregula con il couscous, la possibilità che la fregola sia arrivata da altri popoli è molto forte.
“La pasta campidanese col nome fregula si ritrova nello statuto dei mugnai di Tempio Pausania che risale al XIV sec., dove si dispone che questi dovevano lavorare la pasta dal lunedì al venerdì perché il sabato e la domenica l’acqua era destinata ad innaffiare gli orti. L’etimo pare risalga al latino ferculum, cioè briciolo. ” (cit.)
Tutti chiamano impropriamente questa pasta “fregola” credendo che sia la traduzione italiana del suo vero nome: sa fregula, con diverse differenze a seconda della zona. Ad esempio, io sin da bambina l’ho chiamata sa fregua come viene detta nella zona del paese di mia nonna, Terralba in provincia di Oristano.
La fregula si presenta come palline con un diametro variabile dai 2 ai 6 mm e viene servita o in minestra o in abbinamento al pesce. Un piatto tipico è quello con le arselle o le telline.
Personalmente a me piace cucinarla risottata e utilizzo un tipo di fregula che trovo in commercio… Purtroppo non ha molto a che fare con la VERA fregula in cui non riesco a ritrovare i ricordi d’infanzia. Prossimo step? Voglio provare a farla da sola e questo video potrebbe essermi d’aiuto…
LA MIA VERSIONE SEMPLICE AL POMODORO
Ingredienti per 2 persone:
- 150 g di fregola sarda
- 1 confezione di pelati
- 1 cipolla piccola
- Brodo vegetale q.b.
- Basilico q.b.
- Parmigiano Reggiano 22 mesi o Pecorino Sardo Maturo DOP
- Olio evo .b.
- Sale e pepe q.b.
Preparazione
In una padella a bordi alti, scaldate un po’ d’olio e fate imbiondire la cipolla tritata. Aggiungete la fregula e tostatela per pochi minuti. Unite i pelati, qualche foglia di basilico e del brodo. Mescolate bene. Procedete alla cottura come fareste per un risotto, cioè unite il brodo poco per volta (ogni volta che si sarà ridotto) fino al raggiungimento della cottura. Regolate di sale e pepe. Spegnete il fuoco e mantecate con abbondante Parmigiano Reggiano o Pecorino Sardo, decorate con basilico fresco e un giro d’olio evo…
… “Stuzzichevole”!
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