Avevate mai pensato che il motivo per cui vostra figlia/o non mangia sia un problema di consistenze e non di gusto?
Roberta è mamma di una bimba di 7 anni, Irene. Mi spiega che Irene non mangia tutta una serie di cibi (fragole, banane, verdure cotte…), mentre apprezza moltissimo la cucina etnica, in particolare quella giapponese. Ama sperimentare, ma fatta eccezione per alcuni cibi appunto. Dopo una serie di domande sulle usanze alimentari in casa e fuori nei locali capisco che Irene:
- ha una personalità ben formata ed autonoma dal punto di vista alimentare, anzi dimostra una spiccata maturità e curiosità;
- non mangia pochi cibi rispetto quelli apprezzati;
- le verdure, da lei non mangiate a casa, vengono invece accettate di buon grado nei piatti orientali;
- alcuni tipi di verdura e frutta vengono apprezzate in particolare crude….
Ed ecco l’illuminazione… Cos’hanno in comune i cibi da lei respinti? La consistenza. Molte persone, non solo bambini, rifiutano cibi viscidi e mollicci.
La consistenza dei cibi alla base delle nostre preferenze alimentari
Benché la percezione meccanica dei cibi sia un processo ancora poco noto, la consistenza di essi svolge un ruolo cruciale nel gradimento che esprimiamo nei confronti dei cibi e dei piatti.
Alcuni recenti studi sui moscerini della frutta, portati avanti all’Università della California, sembrano dimostrare come esista un preciso neurone deputato alla percezione della minore o maggiore durezza di un cibo.
Mentre un gruppo di ricercatori del Monell Center sembra aver scoperto che la percezione della consistenza di un cibo, negli esseri umani, sia plasmata da un’enzima presente nella nostra saliva, l’amilasi salivare.
<< Lo studio ha mostrato che i cambiamenti nella consistenza dell’amido in bocca sono direttamente in relazione con l’attività di quell’enzima salivare, che partecipa alla riduzione dell’amido in zuccheri più semplici.
“Le differenze nella percezione dell’amido influisce verosimilmente sullo stato nutrizionale delle persone agendo sulla loro propensione ad assumere alimenti più o meno ricchi di amido” dice Abigail Mandel, […]>>
Mentre gli studiosi continuano le loro ricerche e aspettiamo di saperne di più, a casa come facciamo ad ovviare a queste “benedette” consistenze viscide?
Come rimediare?
Individuati i cibi respinti il cui denominatore comune è la consistenza, ecco alcuni spunti:
- Cambiare la consistenza. E’ difficile che ad un bambino non piaccia il gusto di fragola o di banana, ma sarà più facile che la consistenza lo disturbi. Bene, allora pensate a ricette dove stravolgere, o meglio nascondere, la sua vera consistenza. Nel caso della frutta, ad esempio, preparate dei frullati o frappè. Per le verdure, il buon trucco del frullarle e metterle dentro gli impasti, funziona sempre.
- Non basta una volta per apportare un cambiamento. Una volta trovata la soluzione, non è sufficiente presentare un piatto per poi tornare alle modalità di prima. Il cambiamento ha bisogno di tempo, è un percorso da realizzare con il tempo senza fretta e con pazienza. Può essere un bel gioco da fare insieme alla scoperta del cibo e delle sue mille potenzialità!
- Sfruttate i gusti dei vostri figli. Nel caso di Irene (di cui parlo all’inizio), la bimba non solo ama i noodles ma, al ristorante li mangia volentieri anche se ci sono le verdure!!! Detto fatto. Utilizzate un wok, tenete le verdure molto croccanti, aggiungete una proteina (pollo, gamberi, uovo) e unite il riso o i noodles, un po’ di salsa di soia e il gioco è fatto. Irene ha mangiato le verdure senza nessun problema per la gioia della mamma 🙂
- Sperimentate e lasciateli cucinare. Far cucinare e sperimentare i bimbi autonomamente può essere di grande aiuto. Non solo stimola la creatività, ma accresce anche l’autostima, il senso di responsabilità e aumenta il bagaglio culturale (e molto altro ancora 🙂 ).
- Non vi allarmate esageratamente. Il numero di cibi non mangiati rispetto a quelli accettati può essere un punto importante. Se il bimbo/a con i vari cibi che mangia riesce a coprire tutti gruppi alimentari e i cibi apprezzati sono moooolto di più di quelli no… State tranquille. Trasmettere ansia e preoccupazione eccessive di certo non aiuta. Inoltre, i bimbi passano di norma periodi diversi e transitori: il periodo dei colori dei cibi, il periodo delle cose verdi… ecc… E poi, non è che bisogna per forza mangiare tutti i cibi esistenti sulla faccia della Terra. Chiunque di noi a delle preferenze e delle repulsioni.
- Se il problema sembra rilevante rivolgersi ad uno specialista. Certo, se mangiare è un malessere, provoca sintomi importanti e su quasi tutti i cibi, se il benessere pisco – fisico generale è compromesso… E’ bene andare più a fondo. Rivolgetevi ad un medico per un consiglio. La prima cosa è capire se il problema sia solo di natura fisiologica o se ci sia anche una componente psicologica, e in questo un professionista può esservi d’aiuto.