Passione Italiana

STREET FOOD E CIBO DA STRADA: SINONIMI O DIVERSI?

1 Luglio 2016
street food

Mi ritrovo a sorridere leggendo i titoli di diversi articoli… “La nuova tendenza alimentare dello street food”, “Street Food: nuova tendenza passeggera?” ecc… Nuova, davvero? A me risulta sia sempre esistito fin dall’antica Grecia.

E così mi ritrovo a riflettere su cosa definisca realmente un cibo da strada. Quali sono le caratteristiche autentiche per dire cosa è e cosa non è un cibo da strada? E ancora, ma street food e cibo da strada sono sinonimi?

La definizione del FAO sul Cibo da strada dice: Il cibo da strada è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carretti ambulanti. Alcuni cibi da strada rientrano nella categoria del fast food, altri nel cibo spazzatura (junk food), altri ancora nel cibo da asporto. Anche i distributori automatici ne fanno parte. Quindi…

LO STREET FOOD E’ QUALCOSA DI DIVERSO DAL CIBO DA STRADA?

Direi proprio di sì. Sulle caratteristiche dello street food credo siamo tutti d’accordo e nell’intervista a Maurizio Cimmino, amministratore delegato di ToBusiness e ideatore del festival Street Food Parade, trovo la mia conferma:

  • Basso costo
  • Praticità e velocità di consumo
  • Connotazione territoriale/tradizione

Ma alcuni street food che ci vengono proposti da guide e siti non corrispondono a tutti questi parametri. Ad esempio, esistono da sempre esercizi, come quelli che i molti giovani di Torino chiamano i “porcari” che danno un servizio di utilità nelle notti giovanili, sono da considerarsi street food?

Maurizio Cimmino mi conferma che, per quanto di qualità e di onorato lavoro, non possano rientrare nella categoria dello Street Food. Sono qualcos’altro. Buoni, belli, utili, ma sono altro.

Un parametro che non è presente in queste caratteristiche e che alimenta la mia curiosità è la location. Ciò che ci viene proposto come street food arriva sia su “quattro ruote” erranti sia in piccoli esercizi fissi dove spesso esiste la possibilità di consumare sul posto. Molto spesso le attività hanno entrambi. Possiamo trovarli nelle manifestazioni, nei mercati o in giro per la città. Forse questa non è la giusta distinzione…

Beh, dopo tutto questo girovagare sul web, nei miei pensieri e con la chiacchierata con il Sig. Cimmino, credo di poter affermare che…

PER DEFINIRE UN AUTENTICO STREET FOOD LA DISCRIMINANTE SIA LA CONNOTAZIONE TERRITORIALE E LA TRADIZIONE.

Certamente bisogna rendersi conto che ogni fenomeno, così come la natura umana, evolve e si trasforma. Con la tecnologia e il marketing  assistiamo alla nascita di nuovi progetti e di nuovi street food che, ancora una volta, mettono alla prova le nostre certezze. Basti pensare alla creazione di alcuni Street food di successo, come il Trapizzino, di nuova generazione rispetto ai suoi antenati, ma che può rientrare a pieno titolo nella famiglia dei cibi passeggianti”. Ed ecco che connotazione territoriale può manifestarsi come contaminazione, il basso costo e povera qualità, oggi lasciano il posto ad una alta qualità dei prodotti ed ad un costo più elevato rispetto ad un tempo, , seppur contenuto.

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AVERE UN FOOD TRUCK NON FA AUTOMATICAMENTE DI TE UNO STREET FOOD

Infatti, scopro da Maurizio Cimmino come, secondo lui, l’improvvisazione nel proporre street food e nell’organizzazione di eventi di questo tipo sia un problema molto importante e che mi vien da dire, non aiuti le persone a vivere esperienze autentiche di sapore e di cultura.

Mi chiedo, quindi,  data la necessità umana di rappresentare e raggruppare in etichette la realtà che ci circonda, se non sia necessario una nomenclatura per diradare un po’ di confusione che sembra regnare in molte manifestazioni, nelle guide e nella mente della gente. Nomi che possano distinguere passato, presente e futuro.

Vorrei concludere questa umile riflessione, riportando un decalogo interessante:

DECALOGO DEL BUON ARTIGIANO DEL GUSTO 

1.Rispetta storia e tradizioni 

2.Utilizza ingredienti tipici e tradizionali 

3.Adotta un’etica 

4.Rispetta il legame con il territorio

5.Utilizza strumenti artigianali 

6.L’igiene al momento giusto  

7.Abbinamenti genuini

8.Rispetto dell’ambiente 

9.Promozione del territorio (di appartenenza) 

10.Cibo di strada in rete (no individualismo e asocialità) 

 

Mentre io continuo a riflettere su quali termini usare e cosa sia davvero street food, vi invito a sperimentare e ad assaggiare in giro per l’Italia.

Non mi rimane che dirvi BUON STREET FOOD A TUTTI!

 

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