Il Salento. Una terra piena di storia, magia e natura. Qui si sente ancora quel sapore di “terra incontaminata” che ti pone in presenza di qualcosa di autentico.
Questa la mia sensazione quando ho visitato il Salento 3 estati fa.
Io amo la Puglia ma non mi aspettavo di scoprire così tanto di questo luogo: i suoi sapori, il suo mare, i suo tesori nascosti.
E nel caso dei frantoi ipogei calza a pennello questa definizione. A Presicce, per una sagra (i miei tour vengono sempre guidati dalle mie papille!), scopro un paesino suggestivo ma ancor più sorprendente era ciò che si celava sotto i miei piedi…
Grotte sotterranee scavate nel tufo utilizzate per la produzione dell’olio. I frantoi, o chiamati in dialetto Trappeti, racchiudono in sé la speranza e la capacità di un popolo di sopravvivere. Ormai i frantoi sono quasi tutti dismessi, però potete visitarne ancora.
Enorme contentezza per me scoprire questa raccolta di ricette tipiche che ancora porto nel cuore.
Per festeggiare questa scoperta, oggi vi parlo della Tiella di riso. A dire il vero, all’inizio, non era il piatto che mi incuriosiva di più e invece… Attirata dal piccolo coccio in terracotta l’ho assaggiato per la prima volta a Gallipoli e… sorpresa, sorpresa era buonissimo. Un piatto che unisce salinità marina e corposità terrinea delle patate e del riso. Immaginate la mia sorpresa nel leggere ciò che ancora non conoscevo di questo piatto….
“La tajeddha, come si può riuscire ad intuire dal nome, è un piatto che deve le sue origini alla “paella” spagnola e non a caso si è diffuso nel Salento proprio in seguito alla dominazione degli Spagnoli e che prima ancora era stata portata in Spagna dagli Arabi. Gli ingredienti possono essere tra i più variabili, ma quelli imprescindibili sono cozze e patate. Così come “paella” significa padella e viene servita appunto in padella, allo stesso modo “tajeddha” significa tegame e il piatto viene servito direttamente in tegame. Si tratta in sostanza di un timballo con cozze e patate, cui possiamo aggiungere altri ingredienti a piacere (…)” (nell’infografica trovate anche la ricetta).
Ovviamente non potevo salutarvi senza un mio piccolo contributo… Andate a vedere la mia personale rivisitazione della Tiella e ditemi com’è… Senza nulla togliere all’originale!
Il viaggio è una scoperta ed io decido di percorrerlo attraverso i sapori, e voi, quale cammino scegliete?
La vostra Stuzzichina